Bruno Grassi

 

Bruno Grassi - Aprile 2014

Lo spazio,il tenue colore di aurore boreali fanno da fondo ai fili e al segno che incide preciso, preciso sulla carta, con graffi sicuri e sereni.Lo spazio,il suo spazio, vuoto, terso ,di rarefatta spiritualità, filtrato spaccato di sedie, sedie e alberi solitari.Nel tracciato spirituale del suo tessuto ,composto da piccoli, sicuri tocchi che s’incurvano,si attorcigliano e, si precisano, nell'erba e nelle fronde dei suoi fogli con spiragli di stupefatto candore,stupore appagante ,di rara solitudine dove si coglie la sua pensante mano.Impronta,ombra di  grazia leggera, che si spande, dissolve, si aggruma, in forme che rimandano continuamente con un “noi” ,un altrove,e un dentro, che volentieri si sottomette,imbocca la strada,scioglie nodi e densi   pensieri.Il suo: “Paesaggio fiaba” è torre di Babele che ha ritrovato l’alfabeto  maestoso,alfabeto perso nell'asprezza del fraintendimento e dell’illusione.Si può,contemplando,quasi  camminare per quel sentiero che s’attorciglia al cono, e sale , denso di giovinezza e grazia al sommo,termine alto di una Babele gioiosa ,Babele di giorni e ore felici,Babele, piena di umana, intrepida speranza.Anche  l’orologio,  si stratifica, marino d’azzurro e si dilunga ancora, nello spazio vuoto, segnato dal  graffio della sua mano,graffio, fattosi nube o cielo,o firmamento,immobile, in  eterna ora,in  eterno giorno,accadimento immobile,nell'immobile sottile spazio curvo del tempo, svuotato dalle  passioni.Fissato, per sempre,per sempre fermato in profondità che  cancellano  la carta,il supporto stesso su cui si imprimono e risiedono,finissimi,spirituali,misteriosi alfabeti , graffi, punti, torte visioni,gommose liquide immagini , contorsioni di  occhi che sognano la realtà negandola,traendola dal buio,illuminandola,poetizzandola.

 

Bruno Grassi, 14. Aprile 2014

 

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